Grazie all’interessamento del Prof. Fabio Pierangeli, ho avuto modo, nei primi mesi di questo anno, di poter accedere a Rebibbia femminile con l’art. 17 e di interagire con le studentesse iscrittesi alla Facoltà di Lettere. Ho avuto modo di avvicinarmi, di aiutarle nella preparazione degli esami, di ascoltare le loro paure, le ansie, ma soprattutto di testare, incontro dopo incontro, quanto sempre di più questo progetto sia importante per loro. Non è solo un modo per “evadere” con la mente, è un momento di crescita personale di volontà di alimentare il proprio spirito con qualcosa che sentono come prioritario. Eravamo riusciti a costruire un gruppo di studio proficuo con appuntamenti fissi che le ragazze attendevano con trepidazione. Anche nei miei confronti ho visto un attaccamento sempre maggiore e soprattutto la gioia di sapere, di approfondire anche dopo gli esami sostenuti. Un fervore che può addirittura essere difficile da riscontrare negli studenti “tradizionali”. Un’esperienza umana forte che ho condiviso con le educatrici in modo fruttuoso. Purtroppo l’emergenza Covid19 ha messo un freno a tutto questo purtroppo proprio nel momento più importante, quello in cui molte delle ragazze, sostenuti i primi esami, si sentivano veramente parte di un qualcosa, dove gli sforzi e l’impegno, non facile alcune volte, potevano ripagare tutti, anche loro, facendole sentire meglio anche con loro stesse. So che le ragazze stanno tutt’ora studiando e credo stiano continuando a vedersi per condividere letture e problematiche, ma chiaramente senza quel rapporto umano importante che avevano con i docenti e con figure come la mia. L’attesa di un ritorno alla totale normalità è un traguardo a cui tutti noi stiamo cercando di tornare lavorando nel quotidiano ed è anche per loro imprescindibile. Ho seguito il seminario con vivo interesse. Ascoltare interventi, riflessioni e l’esposizione di quello che è accaduto da marzo ad oggi, se vogliamo, ha aiutato anche me a sentirmi in qualche modo di nuovo connessa con questa complessa realtà.
di Sara Cacciatore